Le borse europee hanno chiuso la giornata di ieri in calo, con l’indice Ftse Mib di Piazza Affari che ha registrato una flessione dello 0,8%, portandosi a 34.799 punti. In un contesto di mercati nervosi per i recenti sviluppi a Wall Street, alcuni titoli hanno comunque mostrato segni positivi. Amplifon, Tenaris e Snam hanno visto aumentare il loro valore, mentre Nexi, Prysmian, Ferrari e Stmicroelectronics hanno riportato perdite significative.
Mercato del lavoro americano e impatti sui mercati europei
Gli ultimi dati sul mercato del lavoro americano hanno scatenato una reazione negativa tra le big tech, contribuendo a un sell-off generalizzato. I rendimenti obbligazionari, a loro volta, sono risaliti, generando preoccupazione tra gli investitori. Gli analisti si stanno preparando per il report sull’inflazione previsto per mercoledì e per i dati delle prime trimestrali delle grandi banche statunitensi. Questa settimana si preannuncia cruciale per i mercati, in quanto le attese per l’inflazione potrebbero influenzare ulteriormente le decisioni economiche sia negli Stati Uniti che in Europa.
Nonostante la seduta odierna non abbia fornito grandi spunti macroeconomici, gli investitori rimangono cauti, analizzando da vicino le notizie in arrivo e le reazioni del mercato. Sentimenti simili si riflettono anche sui mercati europei, dove le incertezze globali hanno portato a un atteggiamento attendista da parte degli operatori.
Rendimento obbligazionario: lo spread Btp/Bund
Passando all’analisi del mercato obbligazionario, si è registrato un allargamento dello spread Btp/Bund oltre i 120 punti base. Questo fenomeno è indicativo di un aumento dell’incertezza sui titoli di stato italiani rispetto a quelli tedeschi. Il rendimento sul titolo a 10 anni italiano è salito al 3,82%, mentre il benchmark tedesco ha raggiunto un rendimento del 2,61%. L’allargamento dello spread può influenzare la percezione del rischio associato all’Italia, facendo pendere la bilancia a favore di investimenti più sicuri e stabili, come i titoli tedeschi.
Andamento delle materie prime: petrolio e oro
Tra le materie prime, il petrolio Brent ha superato gli 81 dollari al barile, raggiungendo i livelli più elevati degli ultimi quattro mesi. Questa crescita è stata alimentata dalle anticipate sanzioni statunitensi nei confronti della Russia, che potrebbero avere ripercussioni significative sul mercato globale. Inoltre, il prezzo dell’oro si attesta attualmente in area 2.670 dollari l’oncia, mostrando una certa stabilità .
Il petrolio, essendo uno dei principali indicatori del mercato delle materie prime, riflette non solo la situazione economica globale, ma anche le dinamiche geopolitiche. Gli investitori sono avvisati a monitorare gli sviluppi delle sanzioni e le loro conseguenze sui mercati energetici.
Situazione del Forex e delle criptovalute
Infine, nel mercato valutario, il cambio euro/dollaro continua a scendere leggermente, attestandosi a quota 1,021. D’altra parte, il dollaro/yen rimane sostanzialmente invariato a 157,6. Le fluttuazioni nelle valute principali possono essere indice di instabilità , e pertanto osservare queste oscillazioni diventa cruciale per i traders.
Sul fronte delle criptovalute, il Bitcoin ha visto un ulteriore calo, scivolando sotto i 92.000 dollari. Questo declino è emblematico della volatilità percepita nel settore delle criptovalute e delle sfide che gli investitori si trovano ad affrontare in un mercato in costante evoluzione. I movimenti di queste asset class sono seguiti da vicino, in quanto possono riflettere tendenze più ampie dell’economia globale.